Parole

Erri De Luca - Le rivolte inestirpabili

Erri De Luca

Non lo decidiamo noi il programma, lo decide il mondo, le storie del mondo, noi semplicemente registriamo.

[…Danilo De Marco è una di quelle persone della nostra generazione che non ha smesso di impicciarsi dei malanni del mondo. E’un tipo di giornalista speciale perchè non l’ha inviato nessuno, nessuno lo spedisce, nessuno lo prega di recarsi, ci va da solo si invia da sé.
Le fotografie che poi riporta non provengono da uno scippo, da nessuna destrezza, non è un fotografo di quelli che scippano una immagine da una faccia senza che se ne accorga.
Danilo prima di scattare una fotografia deve mangiare sale insieme, deve versare sale insieme a quello che gli sta di fronte. Ci deve avere a che fare, ci deve diventare amico e deve avere i suoi occhi che lo guardano e stanno alla pari con lui. Se no, non sputa il clic della sua fotografia della sua macchina fotografica.
Il due è il collegamento di base, il vincolo principale, il riconoscimento dell’uguaglianza dell’altro sottoposto alla stessa pressione.
Danilo si avvia da quelle parti e si sfama con loro. Non vi è nessuna delega da parte loro. Non sei venuto qui, dicono, come messaggero dell’Occidente, vieni, guarda, prendi e racconta qualcosa di noi laggiù. Nessuna delega, avviene invece il contrario mi sembra. Tu, Danilo, sei là uno scroccone, arrivi là senza i tuoi maccheroni, senza la tua pasta.
Sei ospite, integralmente ospite di persone gigantescamente povere, che tengono moltissimo all’ospitalità.
Tu sei ospite loro, quello che tu riesci a riportare indietro è il frutto di questo incontro tra il tuo vagabondaggio e la loro ospitalità. Tu non sei il portavoce, tu sei uno che è stato con loro, che ha condiviso un pezzetto, una decima, una centesima parte del loro tratto di vita e sei stato ospite alla loro tavola. Bisogna fare molta strada per essere ospiti, essere accettati da questa umanità. Tu l’hai percorsa e hai meritato di essere loro ospite, essere il preferito perchè unico ospite che si aggira da quelle parti.
Guardiamo attraverso di te, attraverso questi rettangolini che tu ci riporti indietro e dove si raccontano le irriducibilità tra quella vita, quelle speranze di migliorare la vita e noialtri.
La fotografia non è lo scambio. Non è: tu mi dai da mangiare e io resto con te e ti faccio tante belle fotografie e magari te le mando per incorniciarle. Non è questo, non avviene lì lo scambio. Lo scambio avviene esattamente in quel punto mentre tu stai là. Poi riporti indietro dei pezzetti che ci riguardano perchè ci raccontano la tenuta di quella umanità.
Danilo di solito parte arrotondato e torna assottigliato. Funziona a zampogna il viaggio di Danilo. Si sgonfia da quelle parti fino a passare attraverso le sbarre, diventa sottile come una alice, si ricorda di essere un po’ pesciolino e poi siccome è friulano al ritorno si rifocilla con il vino del suo paese e si rimpolpa.
Insomma uno come lui va solamente chiedendo di viaggiare ancora, di andare a spendersi dentro quei posti con solo biglietto di andata e riportare indietro la sua notizia di incontro con quelle facce, con quelle persone che stanno solamente nelle periferie del mondo, ammesso che questo nostro budellino tiepido di Occidente sia centro di qualcosa.

Tratto dalla prefazione di Erri De Luca del libro «La mia ala è pronta al volo»