La durata [...] si lascia cogliere nella fuggevolezza, però non, diciamo, nella pietra che esiste già da alcuni milioni di anni prima di noi. Da qualche parte ho detto che la durata si trova nell’ “estasi che sottrae al tempo”, che solo là essa si può avvertire. In ogni caso non nelle istituzioni salde, nei punti di vista, nelle ideologie… Si trova piuttosto in momenti di epifania, quando d’improvviso qualcosa che esisteva già prima di quel momento, si ripete in una versione diversa e noi abbiamo la sensazione che nella vita umana vi sia una specie di intimo legame, anche se non conduce in un porto sicuro. Si può dire però che la sensazione della durata talvolta sia la più elevata di tutte le sensazioni. È qualcosa di diverso dalla felicità. È una specie di calma o di acquietamento. Hölderlin dice che il nostro destino è l’essere, in cui “gli umani sofferenti ciecamente precipitano da un’ora all’altra, scagliati come l’acqua di roccia in roccia”; ma su queste rocce a volte vi sono attimi in cui l’uomo può prendere fiato. Io credo che questo sia appunto la durata. Per quanto poi si continui a cadere…
Peter Handke
Leggi: Peter Handke dalla parte dei perdenti (2010) di Danilo De Marco