Ritratti

Beccaria Gianluigi

Beccaria Gianluigi
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Difendersi non solo dal troppo delle parole degli altri ma anche limitare le proprie. Si comincia a sognare il silenzio. Meglio defilarsi, sottrarsi alla morsa e alla mobilitazione permanente dell’industria culturale.
Intanto intorno scorre il grande fiume del bla-bla universale. Informa e sommerge, attrae, travolge. Ti può tanto traviare quanto aiutare, distrarre quanto insegnare. Occorre capire: la lingua, le parole. Capire significa incominciare a distinguere il conio del metallo, la moneta falsa dalla vera, i trucchi, le “malizie”, come dicevano i vecchi artigiani. Le parole sono potenti, rasserenano, guidano, terrorizzano, plasmano il pensiero e canalizzano i sentimenti dell’uomo, dirigono la sua volontà e l’azione. La parola è bella, è utile, serve, ma è soltanto un modo per far luce. Giorgio Caproni ultimo ha accoppiato in rima parola con tagliola, per significare quanto la parola possa anche essere trappola, fascinoso trabocchetto, persuasione forzata.
Gianluigi Beccaria